L' ARPA BIRMANA


EDIZIONE RESTAURATA

versione originale sottotitolata


LUNEDI  20 maggio ore 21.15

MARTEDI 21 maggio ore 21.15


Regia: Kon Ichikawa
Attori: Rentarô Mikuni, Shoji Yasui, Jun Hamamura, Taketoshi Naitô, Akira Nishimura, Tatsuya Mihashi, Yûnosuke Itô, Tanie Kitabayashi
Sceneggiatura: Natto Wada
Fotografia: Minoru Yokoyama
Montaggio: Masanori Tsuji
Musiche: Akira Ifukube
Produzione: Nikkatsu Corporation
Distribuzione: GLOBE - VIVIVIDEO, San Paolo Audiovisivi, Cineteca di Bologna

Giappone, 1956 - Durata: 116 min
Genere: Drammatico, Guerra

"E' un apologo sulla pace, sulla crudeltà dei conflitti fra gli uomini, sull'inutilità delle stragi. E' anche un monito al suo popolo e, più in generale, all'intera umanità che Kon Ichikawa rivolge con questo suo film che fu apprezzato tanto per la delicatezza del tocco, per la poesia che traspare dalle immagini, quanto per l'assunto. Un film che oggi può forse apparire datato, legato a un particolare momento storico e a una particolare stagione del cinema giapponese, se non fosse che lo stile di Ichikawa, il suo modo di dare alle immagini una dimensione formale che va al di là del forte realismo del tema affrontato, l'impiego che fa della musica per sottolineare, per contrapposizione, il mutismo del protagonista, sono tutti elementi che si impongono per una loro efficacia drammatica e spettacolare". 

(Gianni Rondolino, 'La Stampa', 7 aprile 2003)

Nel luglio 1945 la guerra volge al termine: nel tentativo di sfuggire alla morte o alla prigionia, le unità giapponesi valicano i monti o si aprono la via nelle foreste di Burma per raggiungere la Tailandia. I soldati del capitano Inoue marciano cantando, accompagnati dall'arpa birmana del soldato scelto Mizushima. Questi, che conosce la lingua locale, viene mandato avanti e dà il segnale di via libera suonando l'arpa. Vicino al confine i giapponesi sono ospitati in un villaggio, ma poco dopo il villaggio è circondato dagli inglesi. Mentre il capitano Inoue è incerto se resistere o arrendersi, si sente l'arpa di Mizushima che suona "Home, sweet home!", (Casa, dolce casa!) e anche gli inglesi si uniscono al coro. La guerra è finita e i giapponesi vengono rinchiusi nel campo di concentramento di Mudon. Mizushima viene mandato in missione presso una guarnigione giapponese che rifiuta di arrendersi: quando essa viene distrutta, solo Mizushima sopravvive, gravemente ferito, e viene curato da un bonzo. Guarito, egli ruba le vesti al bonzo, si rade la testa e si mette in viaggio per raggiungere Mudon e i suoi compagni. Durante il viaggio vede qua e là i resti insepolti dei soldati nipponici caduti in battaglia; questo triste spettacolo gli fa una profonda impressione e, giunto presso Mudon, rinuncia ad unirsi ai suoi compagni e decide di dedicarsi alla sepoltura dei soldati del suo paese, caduti in terra straniera. Egli parte portando con sè un pappagallo avuto da una vecchia fruttivendola che frequenta il campo di Mudon. Nel passare un ponte incontra i suoi compagni che vi lavorano e tentano inutilmente di indurlo a rimanere. Quando arriva l'ordine di rimpatrio, il cap. Inoue dà alla fruttivendola un altro pappagallo, che dovrà dire a Mizushima di ritornare. Ma alla fine la fruttivendola porterà al capitano il pappagallo di Mizushima che andrà ripetendo: "No, non posso tornare" con una lettera esplicativa dell'ex soldato scelto.