Testimonianza dei cambiamenti che l'uomo ha imposto al Pianeta,
attraverso una combinazione di cinema, arte, realtà virtuale e ricerca
scientifica, interferendo su quelli che sono i processi naturali della
Terra...
RECENSIONE
di Francesco Del Grosso
Più
volte la Settima Arte ha mostrato le violenze perpetrate dall’uomo ai
danni della Terra. In poche di esse, però, è riuscita a raccogliere in
un compendio dettagliato e privo di didascalismi le catene di cause ed
effetti che hanno inflitto fendenti letali al pianeta.
Il docu-film Antropocene – L’epoca umana, terzo atto di una trilogia che include Manufactured Landscapes e Watermark,
testimonia, attraverso l’esperienza e non la didattica, un momento
critico nella storia geologica, offrendo al pubblico un’esperienza
provocatoria dell’ampiezza e dell’impatto della nostra specie.
Il trio Baichwal, de Pencier e Burtynsky firma un viaggio a tappe alle
diverse latitudini indimenticabile e al contempo scioccante, che
scaraventa il fruitore in un incubo ad occhi aperti che riflette e fa
riflettere sul nostro operato.
Il risultato è un racconto fatto di immagini dal forte impatto visivo e
di testimonianze difficili da digerire, accompagnato dalla voce narrante
di Alicia Vikander, che nell’approccio alla materia e nella confezione
mescola senza soluzione di continuità l’essenza dell’Herzog
documentarista, lo spietato realismo del compianto Glawogger (vedi Workingman's Death) e i lirismi di Malick.