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regia Giovanni Piperno
con Luciana Castellina
un’idea di Giovanni Piperno e Luca Ricciardi
Scritto da Alessandro Aniballi e Giovanni Piperno
Montaggio Paolo Petrucci
Suono in presa diretta Fabio Santesarti e Niccolò Bosi
Musiche originali Valerio Vigliar
Montaggio del suono Riccardo Spagnol
Mix Marco Falloni
Assistente al montaggio Alessandro Aniballi
Color correction, conforming e titoli Mauro Vicentini
Prodotto da Luca Ricciardi
Una produzione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Con il contributo di Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri
Con la collaborazione di Rai Teche
Documentario a base d’archivio
Durata: 65’
master: FHD 16/9 – 25 fps Nazionalità: Italia Lingua originale: Italiano Anno: 2023
16 millimetri alla rivoluzione è un film d'archivio per illuminare l'oggi, un viaggio nel tempo, in cui il regista, Giovanni Piperno, parla al presente dialogando con Luciana Castellina, storica dirigente comunista e fondatrice del Manifesto, e tuffandosi nel mare di immagini prodotte per il Partito Comunista tra gli anni '50 e gli '80 da grandi registi italiani. Una riscoperta del fare politica, fatto di impegno, solidarietà, confronto, che riporta inevitabilmente alla luce il cinema di quella generazione: un cinema libero, sperimentale, dal basso, empatico, militante. Zavattini direbbe - e così dice nel film - "un cinema di tanti per tanti".
Navigando liberamente attraverso le immagini prodotte dal PCI tra gli anni ‘50 e gli ‘80 da grandi registi italiani e incontrando lo sguardo di Luciana Castellina, storica dirigente comunista, fondatrice del Manifesto, mai ortodossa e ancora oggi instancabile animatrice politica, Giovanni Piperno si chiede cosa sia stato quel “partito-giraffa”, come lo definì una volta Togliatti, e soprattutto cosa rimanga oggi di un’esperienza che ha coinvolto milioni di persone nel tentativo di trasformare sé stessi e il mondo. Nel viaggio riscopre il senso di una politica fatta di impegno, solidarietà, confronto. E, soprattutto, riscopre il cinema di quella generazione politica: un cinema libero, sperimentale, dal basso, empatico, militante. Come dice Zavattini nel film: “un cinema di tanti per tanti”.