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CINEMA SCUDERIE GRANDUCALI SERAVEZZA

GREEN BORDER

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PROSSIMAMENTE AL CINEMA

GIOVEDI 8 febbraio 2024
18.00 - 21.15
VENERDI 9 febbraio 2024
18.00 - 21.15
SABATO 10 febbraio 2024
15.30 - 18.00 - 21.15
DOMENICA 11 febbraio 2024
15.30 - 18.00 - 21.15
LUNEDI 12 febbraio 2024
21.15

Regia: Agnieszka Holland

Attori: Behi Djanati Atai, Agata Kulesza, Maja Ostaszewska, Tomasz Wlosok, Piotr Stramowski, Jasmina Polak, Magdalena Poplawska, Maciej Stuhr, Marta Stalmierska

Sceneggiatura:

Agnieszka Holland

,

Gabriela Lazarkiewicz-Sieczko

,

Maciej Pisuk

Fotografia: Tomasz Naumiuk

Musiche: Frédéric Vercheval

Produzione: Astute Films, Beluga Tree, Blick Productions, Canal+ Polska, Centre du Cinéma et de l'Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles, Centre national du cinéma et de l'image animée, Czech Television, Eurimages, European Film Academy, Field Entertainment, Films Boutique, Marlene Film Production, Metro Films, Sofica La Banque Postale Image 17, Státní fond kinematografie, ZDF/Arte

Distribuzione: Movies Inspired e Circuito Cinema
Polonia, Francia, Repubblica Ceca, Belgio, 2023 - Durata: 147 min
Genere: Drammatico

Green Border, film diretto da Agnieszka Holland, racconta come, dopo essere stato sconfitto democraticamente da Sviatlana Tsikhanouskaya, nel 2021 Alexander Lukashenko abbia permesso ai rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dall'Africa di attraversare la Bielorussia per raggiungere l'Europa. Il suo, però, non è stato un gesto magnanimo, bensì un modo per sovraccaricare il programma europeo di reinsediamento dei migranti, portando a una vera e propria crisi umanitaria.
In risposta a ciò, la vicina Polonia ha costruito un muro d'acciaio e di filo spinato per fronteggiare i massicci ingressi. Per costruire il muro, però, ci è voluto diverso tempo, così quando i rifugiati arrivano a Minsk, vengono trasportati nella zona di confine, nota come la zona rossa, sita tra i boschi. Una volta giunta la notte alcuni migranti cercano di attraversa il confine clandestinamente, sperando di non essere catturati dalle guardie polacche e riportati poi con la forza in Bielorussia. Fra loro ci sono una famiglia di rifugiati siriani e un insegnante di lingua inglese dall'Afghanistan. Riusciranno a superare il confine o saranno fermati dalle milizie dello Stato?

DICHIARAZIONI DELL'AUTRICE

Ho fatto tre film sull’Olocausto e L’ombra di Stalin sui crimini contro l’umanità, perché sentivo che il nazionalismo e il razzismo non erano finiti ma solo latenti.

Nei nostri geni europei si sono addormentati: la vaccinazione ha preservato l’Europa per un periodo piuttosto lungo, ha contribuito a creare organizzazioni e istituzioni come l’Unione Europea per impedirne il dilagare. Ma la vaccinazione è evaporata, probabilmente bisognerà rivaccinarci.

Ai confini bielorussi-polacchi ho visto da un giorno all’altro le guardie di frontiera trasformarsi da normali esseri umani a crudeli esecutori di ordini disumani. Ne ho voluto parlare perché le autorità hanno deciso di sigillare l’area per non permettere che i media, le organizzazioni umanitarie e mediche, i politici e gli opinionisti dell’opposizione si recassero a vedere che cosa stava succedendo. Con alcuni colleghi più giovani abbiamo ricreato gli accadimenti e, al tempo stesso, provato a veicolare una dimensione metaforica e universale, perché a parlare non fossero meramente i fatti. In bianco e nero, per la sua urgenza documentaristica e la forza metaforica, oltretutto più facile da controllare, ad esempio con il succedersi delle stagioni.

L’ex Ministro della giustizia Zbigniew Ziobro mi ha associata alla propaganda nazista: non è il tipo d’uomo che si scusi, ha costruito la sua carriera sulla brutalità e la mancanza di vergogna. Venivo accusata di essere anti-polacca, pro-Hitler, Stalin o Putin e, quando il film è stato proiettato in Vaticano, la stampa di destra ha optato per un “ok, è il Papa ma non il nostro Papa”. Salvo poi scoprire che il Tertio Millennio Film Festival, che mi ha premiata a novembre, è stato fondato dal “loro” Papa Wojtyla: a quel punto non gli
è rimasto che un mesto silenzio.

(Dichiarazioni raccolte da Federico Pontiggia - Vivilcinema)

Agnieszka Holland è nata a Varsavia il 28 novembre 1948. Già assistente alla regia di Krzysztof Zanussi e Andrzej Wajda, esordisce alla regia di corti nel 1970, vincendo il Premio Fipresci a Cannes nel 1980 per Attori di provincia. Nel periodo della legge marziale in Polonia (1981-1983) emigra a Parigi. Europa Europa le vale il Golden Globe e una candidatura all’Oscar per la sceneggiatura. È candidata all’Oscar al film straniero per Raccolto amaro e In darkness. Spoor vince l’Orso d’Argento alla Berlinale. Dal 2020 è Presidente dell’Accademia del Cinema Europeo (EFA).

Filmografia essenziale:

Attori di provincia (1979)

 Raccolto amaro (1985)

Un prete da uccidere (1988)

Europa Europa (1991)

Olivier, Olivier (1992)

Il giardino segreto (1993)

Poeti dall’inferno (1995)

Washington Square (1997)

Il terzo miracolo (1999)

Julie walking home (2002)

Io e Beethoven (2006)

In darkness (2011)

L’ombra di Stalin (2019)

Charlatan (2020)

Green border (2023

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